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Perché dovresti fare attenzione agli ordini incrociati

La tua Microimpresa sei tu, ma non esisterebbe senza il contributo di chi lavora con te.

Oggi gli "ordini" non bastano e ti trovi a gestire rapporti, conflitti, idee, pensieri di chi lavora per te.

È importante ed è anche parte integrante del tuo lavoro: serve a far funzionare la tua Microimpresa.


Non sottovalutare questo aspetto, perché se non sai gestire i Collaboratori più preziosi, questi inizieranno ad andarsene!


La cosa importante che devi sapere sugli ordini incrociati riguarda le Microimprese in cui ci sono due o più titolari.

Anche in famiglia vale il principio degli ordini incrociati.


Ecco un esempio di ordine incrociato

Supponiamo ad esempio che un Collaboratore vada dal titolare “A” a chiedere il consenso per una cosa, qualunque essa sia. Il titolare “A” dice “No, mi dispiace non possiamo”. Per puro caso, il Collaboratore vede il giorno dopo il titolare “B” e senza dirgli che aveva parlato con il titolare “A”, gli chiede la stessa cosa. Il titolare “B”, all’oscuro di tutto e diverso caratterialmente da “A”, ritiene di poter dare il proprio consenso alla richiesta.

Attenzione perché questo è un ordine incrociato.

Il titolare “B”, senza neppure immaginarlo, ha appena incrinato la leadership dei Soci.


Probabilmente il Collaboratore ha capito che in futuro potrà giocare al gioco dei due titolari per avvalersi di chi è più incline a dire sì. Questa situazione creerà forti problemi gestionali, che innescheranno malumori, dispersioni di tempo e soldi, ritardi e altro, nella tua Microimpresa!


Come risolvere il problema degli ordini incrociati

La prima cosa (e la più semplice), se hai Soci che insieme a te gestiscono, è quella di chiedere sempre: “L’hai già detto anche a Mario (nome di fantasia del tuo Socio)? E Mario cosa ti ha detto?”. Questo tanto per assicurarsi di non dare ordini incrociati.

Poi, se hai dei Soci alla pari, mettetevi d’accordo su quali ordini dare e su come gestire i Collaboratori.

Se non sei chiaro su cosa deve fare il Collaboratore, quali sono le sue competenze e responsabilità, avrà sempre la possibilità di dirti “non l’ho fatto perché nessuno me l’ha chiesto” oppure “ho sbagliato perché nessuno mi ha detto cosa dovevo fare” o ancora “non è responsabilità mia”.


Per evitarlo, definisci un mansionario in cui, per ogni tipo di Collaboratore, elenchi compiti, responsabilità, referenti:a chi deve obbedire? Chi deve obbedirgli? Chi è suo pari? A chi deve riferire se qualcosa non va? Che strumenti ha per dire la sua e dare il suo contributo?


Se percepisce che ci sono zone d’ombra, ovvero compiti che può fare o non fare, tanto nessuno li controlla, secondo te come si comporterà?


Più sarà coinvolto nel lavoro, più sentirà la tua attenzione, più si sentirà ascoltato e importante, più moltiplicherà i suoi sforzi per raggiungere gli obiettivi che deciderete di darvi.


 

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