I 3 filtri della PNL: parte 2
Abbiamo già parlato della PNL e del suo obiettivo, ovvero facilitare i comportamenti efficaci a discapito di quelli limitanti e inefficaci, per una maggiore realizzazione professionale e personale.
Vi ho anche già spiegato come riconoscere se il nostro interlocutore fa parte di coloro che comunicano tramite filtro visivo.
Oggi invece parliamo degli altri 2 filtri, ovvero quello auditivo e quello cinestesico.
Allenati a riconoscerli: osserva il tuo interlocutore attentamente e capirai come meglio interagire con lui.
2. FILTRO AUDITIVO
Le persone che comunicano soprattutto a livello auditivo assegnano una grande importanza alle parole, al loro suono, ai vocaboli che usano e alla voce con cui li pronunciano.
La loro voce è più sonora, la parlata più lenta, ritmica, misurata, con tono limpido e uniforme.
Il loro sguardo si sposta spesso di lato e il loro respiro coinvolge l’area centrale del torace e il movimento del diaframma.
Tendono a parlare molto da sole, anche muovendo le labbra. I rumori le distraggono con facilità. Hanno orecchio per le parole, che sono in grado di ripetere alla lettera così come le hanno sentite. L’apprendimento avviene tramite l’ascolto. Sono amanti della musica e delle conversazioni al telefono.
A livello fisico, generalmente hanno movimenti più lenti delle persone visive. La testa viene tenuta eretta o leggermente inclinata, in posizione di ascolto.
Amano sentire che fanno bene le cose e ottenere risposte verbali. Quando parlano, usano di preferenza espressioni come “ci sentiamo!”, “mi suona bene” eccetera.
Se noti nel tuo interlocutore una spiccata comunicazione auditiva, cerca di guidare la sua attenzione con un discorso orale.
Cerca di eliminare o minimizzare le interferenze sonore (suonerie di cellulari, brusio, luoghi affollati) e sforzati di non gesticolare troppo o di compiere movimenti bruschi.
3. FILTRO CINESTESICO
Le persone che comunicano principalmente in modo cinestesico hanno movimenti ancora più lenti delle persone con sistema auditivo prevalente.
Sono le sensazioni a metterle in contatto con il mondo e reagiscono principalmente in modo fisico, toccando le altre persone.
Il respiro è profondo, addominale, coinvolgendo il ventre. La testa è tenuta bassa, i muscoli del collo rilassati.
La parlata è molto lenta, i movimenti graduali, con passo lento. Quando entrano in modalità cinestesica, tendono ad arrossire.
Il tono di voce è profondo, la lingua a volte un po’ impastata, i discorsi inframmezzati da lunghe pause. Nelle loro espressioni verbali prediligono metafore legate al mondo fisico, come ad esempio “cogliere” qualcosa di “concreto”, cercare di “afferrare il concetto” ed “entrare in contatto” con gli altri.
Tendenzialmente creano un legame più stretto con le altre persone, perché non hanno bisogno di parlare per capire: “sentono” quando le cose vanno bene.
Quando ricordano fatti o avvenimenti, li rivivono sul proprio corpo, come se ne avessero di nuovo esperienza diretta.
Se distingui nel tuo interlocutore una forte comunicazione cinestesica, cerca di stabilire con lui principalmente un contatto di tipo fisico, ad esempio poggiandogli la mano sulla spalla o sulla schiena.
Mettilo il più possibile a suo agio, non avere fretta.
Ascoltalo sempre con la massima attenzione, fissando il tuo sguardo nel suo.
Per comprendere a fondo, probabilmente avrà bisogno di “mettere le mani in pasta”.
Ci sono tantissimi altri dettagli da non sottovalutare. Proprio per questo ti invito a leggere il libro che ho preparato per te, che parla proprio di COMUNICAZIONE e del grande potere che si ha nel saperla sfruttare al meglio.
Leggilo subito!
Con questo libro imparerai a comunicare nel modo giusto con gli altri, ad ascoltare e capire chi ti trovi di fronte, per poter scegliere quale strada comunicativa intraprendere.
Riuscirai a convincere le persone che hai davanti scegliendo le parole giuste da usare a seconda del contesto in cui ti trovi.
Commenti